Incontro nell'ambito dell'approfondimento sul tema COSTITUZIONE
Incontro nell'ambito dell'approfondimento sul tema COSTITUZIONE
Facendo seguito allora alle prospettive di lavoro relative al pensiero politico, storico e giuridico di Roberto Ruffilli, non possiamo evitare un rilevante impegno di studio e di approfondimento sulla nostra Carta Costituzionale.
Alcune riflessioni vanno fatte fin da subito.
Una costituzione, nella sua prima parte rappresenta un notevole salto di qualità rispetto agli altri testi costituzionali contemporanei per quanto riguarda i principi fondamentali, i diritti e i doveri dei cittadini, i rapporti etico sociali e quelli economici (si pensi agli artt. 41,42 e 43 e ai rapporti politici).
Nel contempo va messo in evidenza come soprattutto in questa prima parte la costituzione ci offre una dimensione della vita collettiva che non si limita alla grande dicotomia fra il settore pubblico e il settore privato ma fa riferimento anche a un altro settore che, pur essendo privato, ha una dimensione sociale e finalità collettive.
E’ opportuno in proposito riportare alcune considerazioni sulla carta scritte da Paolo Grossi, già Presidente della Corte Costituzionale, che ne illustrano magistralmente le fondamenta e le notevoli innovazioni (Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Consiglio di Stato – Il Mulino, 2017).
Però, sia chiaro: non un catalogo di diritti modellati sul soggetto unitario ed astratto della frusta tradizione giusnaturalistica, bensì un contesto organico di diritti e di doveri quale corredo del cittadino comune pensato nella sua esistenza quotidiana; pertanto, non un individuo isolato e solipsistico ma una persona quale creatura relazionale in stretto rapporto con l’altro all’interno di tante comunità, da quella familiare a quella religiosa, politica, sindacale professionale, assistenziale.
Quale breviario giuridico valevole per l’esistenza di ogni giorno, la Costituzione novecentesca non può non avere un contenuto prevalentemente nuovo, e vi parlerà di religione, cultura, scuola, lavoro, economia, salute, paesaggio, ossia di tante dimensioni dell’esistenza colte anche nella loro immersione fattuale.
Riteniamo che questi principi e queste caratteristiche vadano mantenuti; come va mantenuta tutta quella parte della Costituzione che, a partire dalle formazioni sociali dell’art. 2 favorisce ed auspica il formarsi del pluralismo sociale.
Come va considerato e valutato positivamente anche il pluralismo istituzionale della seconda parte della Carta e i principi che di detto pluralismo stanno alla base: il controllo reciproco, la funzione di equilibrio e di intervento nei momento di grande importanza per la vita democratica, la fondamentale e irrinunciabile giurisdizione sulle leggi della Corte Costituzionale.
Non solo, ma anche l’essenziale e irrinunciabile principio dell’autonomia della Magistratura.
Certamente questa offerta soprattutto negli ultimi tempi, di una sorta di “democrazia riflessiva” va resa più rapida e in grado di dare risposte funzionali alla modernità e alla velocità dei cambiamenti dei rapporti sociali.
Al riguardo si pone in questo momento un problema di non poco conto sul quale la debolezza della politica sembra scivolare senza affrontarlo con l’importanza che impone.
Si tratta di una ipotesi di Repubblica Presidenziale che rappresenterebbe non solo una radicale modifica del sistema istituzionale ma un vero e proprio sovvertimento dello stesso.