Archivio Armando Ravaglioli
Soggetto conservatore
Fondazione "Roberto Ruffilli"
Tipologia
ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico
Condizione giuridica
privato
Contatti
Tel: 0543 26192, Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FONDO DIGITALIZZATO
https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS01496&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Forl%EC
Soggetto produttore
Armando Ravaglioli
Estremi cronologici
17 novembre 1918 - 28 gennaio 2009
Tipologia
Persona
Profilo storico / Biografia
Armando Ravaglioli nasce a Rocca San Casciano (nella Romagna toscana in provincia di Forlì) il 17 novembre 1918. Nel giugno 1929 sostiene l’esame per l’ammissione presso il ginnasio “G. B. Morgagni” di Forlì, città dove si trasferisce con la famiglia.
Secondo le carte conservate nel suo archivio, dal 1936 Ravaglioli è attivo, al seguito di don Giuseppe Prati (don Pippo) nell’esperienza dell’oratorio di San Luigi e della parrocchia di Santa Lucia, come dirigente nelle organizzazioni giovanili cattoliche forlivesi, in questo ruolo pubblica sulla stampa cattolica locale ma anche nazionale [1].
Iscritto a Giurisprudenza all’Università di Bologna, nel 1939 Ravaglioli, è responsabile culturale del Gruppo Universitario Fascista di Forlì e fonda la rivista “Via consolare” che affrontava tematiche artistiche e culturali. Presto “Via consolare” acquisisce un carattere nazionale tanto che si decide di stamparla a Milano, ma con l’inizio della guerra nel marzo 1941 perde gran parte dei propri collaboratori che partono volontari in guerra come lo stesso Ravaglioli, che è inviato presso la Cecchignola a Roma per l’addestramento in artiglieria.
A Roma Ravaglioli approfondisce i rapporti con il gruppo romano di redattori, di cui fa parte tra gli altri il forlivese Diego Fabbri, chiamato a Roma nel 1939 dal presidente della Gioventù di azione cattolica (Giac) Luigi Gedda, e convince la dirigenza nazionale dei GUF a costituire una nuova rivista che fosse l’organo ufficiale dei “cine-teatri-radio Guf d’Italia”. La nuova rivista di cui Ravaglioli diviene fin dall’inizio direttore esordisce nel dicembre 1941 con il nome di “Spettacolo” cui fu poi affiancato anche il nome di “Via consolare”.
Dopo la laurea ottenuta a Bologna nel 1941 Ravaglioli è spostato a Napoli per seguire il corso ufficiali, ma continua ad inviare recensioni al caporedattore della rivista Walter Ronchi. Nel frattempo il GUF di Forlì decide di creare un nuovo mensile che fosse legato al territorio “Pattuglia di punta”, poi semplicemente “Pattuglia” e che nel primo semestre 1942 ottiene respiro nazionale mentre “Spettacolo-Via Consolare”, con una redazione romana, ebbe difficoltà ad uscire.“Via Consolare”, “Spettacolo” e la terza rivista dei GUF fondata da Ravaglioli e redatta da Walter Ronchi, “Pattuglia”, diventano un punto di riferimento a carattere nazionale. Il racconto di queste iniziative giornalistiche giovanili comparirà anni dopo nel suo libro “Un crocevia di provincia” (1984), che pubblica l’elenco ricchissimo dei giovani collaboratori che emergeranno, specie in campo teatrale e cinematografico, nel dopoguerra.
Al termine dell’addestramento Ravaglioli è inviato in Grecia al seguito delle truppe d’occupazione, ove rimane fino all’armistizio dell’8 settembre 1943. Preso prigioniero dai tedeschi si rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e, deportato in Germania, rimarrà in campo di prigionia fino al termine della guerra. Rimasto invalido fu decorato con due Croci di guerra al merito militare. A questa esperienza, Ravaglioli dedicherà poi due libri: “Continuammo a dire di no” (2000) e “Storie di varia prigionia” (2002).
Tornato in patria, dopo pochi mesi di lavoro nella redazione bolognese del settimanale dei reduci “L’Italiano”, all’inizio del 1946 viene chiamato personalmente da Luigi Gedda a Roma in Azione Cattolica per occuparsi di periodici, in particolare “Gioventù”, e di editoria con l’AVE. Trasferitosi allora a Roma, non avrebbe più lasciato la capitale dove lo raggiunse la moglie, Maria Morandi, sposata nel settembre 1946 (dal matrimonio nasceranno nel 1947 Alberto e nel 1952 Marco).L’esperienza presso gli Uffici Stampa dell’Azione Cattolica termina nel febbraio del 1953, quando Ravaglioli lascia la redazione di “Iniziativa” (giornale da lui stesso creato), la Presidenza Generale e il Centro Stampa dell’ACI.[2].
Dal 1951, con il presidente Urbano Cioccetti, Ravaglioli lavora all’ufficio stampa dell’ONMI (Opera nazionale maternità e infanzia) dove rimane per otto anni curando fra l’altro l’annuale Giornata della Madre e del Bambino e la rivista “Nostro Figlio”, specializzata in problemi della famiglia e dell’infanzia. L’attenzione per le tematiche pedagogiche lo avrebbe portato, anni dopo, a costituire insieme con Luigi Volpicelli il Centro italiano ricreazione educativa dei ragazzi (CIRER), dando vita a un punto di formazione e gioco per i piccoli nel Giardino Zoologico (La giraffa) con una succursale a piazza Navona, all’interno dell’ambasciata del Brasile di Palazzo Pamphili. Come scrive lo stesso Ravaglioli il CIRER è stato costituito nel 1957 “presieduto dall’On. Delli Castelli, era diretto sempre da Ravaglioli, organizzò fra l’altro un convegno di esperti del libri per ragazzi tenuto con successo a Palermo e una mostra del libro per ragazzi [...] Valendosi di piccoli aiuti forniti dalla Presidenze del Consiglio dei Ministri e da vari enti fra i quali l’ENBPS, è stato possibile avviare alcune attività [...] in particolare l’iniziativa dello Chalet “La Giraffa” impiantato nel Giardino Zoologico, come punto di attrazione dei ragazzi romani. Sotto tale nome della “Giraffa” è stata costituita una Associazione di giovani amici appassionati di lettura e si è dato vita ad un foglietto periodico di segnalazioni librarie, rivolto direttamente ai ragazzi e distribuito nelle scuole romane”[3]
Dal 1951 Ravaglioli è chiamato a far parte, come “esperto” giornalista e condirettore di “Libri d’Oggi” della Commissione nazionale del libro, istituita quell’anno presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per dare attuazione al disposto dell’art. 9 della Costituzione, ove è sancito il principio che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura”, per quanto riguarda lo sviluppo dell’editoria, della produzione libraria, della distribuzione in Italia e all’estero e della lettura.
Ravaglioli nel 1953 si trasferisce nei pressi di Monte Mario, qui è fra gli animatori dell’Associazione Amici di Monte Mario, associazione concepita e promossa da Luigi Pallottino nel 1969, con finalità di promozione sociale, civica e culturale nell’ambito di un vasto territorio, comprendente più quartieri e centri di zona della periferia nord-occidentale di Roma. Armando Ravaglioli, dalle carte presenti nel suo archivio, risulta eletto vice presidente dell’Associazione Amici di Monte Mario nel 1972 e nel 1974.
Nel 1958 Ravaglioli è chiamato da Urbano Cioccetti, neoeletto sindaco di Roma, a organizzare in chiave moderna l’ufficio stampa e relazioni pubbliche del Comune. Per quasi vent’anni, fino al 1977 Ravaglioli fa di quell’ufficio un centro di iniziative di portata anche internazionale, mediante la realizzazione, pur con mezzi limitati, di pubblicazioni, esposizioni, concorsi, convegni, celebrazioni. Dal 1961 al 1969 dirige, insieme con Carlo Pietrangeli, sovrintendente ai Musei e Monumenti del Comune e successivamente direttore dei Musei Vaticani, la rivista ufficiale del Comune “Capitolium”, che diviene un importante strumento di cultura romanistica e di informazione sulla vita amministrativa della città. In questo ruolo Ravaglioli collabora con metropoli straniere mediante il gemellaggio con Parigi, i patti culturali con Vienna, Atene e Colonia e operando nell’UCCE, l’Unione delle Capitali della Comunità europea. Redige fra l’altro sei edizioni della pubblicazione annuale Europa delle Capitali (1971 1977) e realizza il primo Festival dei giovani delle Capitali. Si impegna fin dal 1966 per il ripristino delle celebrazioni del Natale di Roma come festa della città e avvia la coniazione, in tale ricorrenza, delle medaglie comunali. Originali, e di grande diffusione, poi, alcune pubblicazioni di divulgazione turistica come Roma, pubblicato dall’Ente provinciale per il turismo in occasione delle Olimpiadi del 1960, e "A Roma come i romani", edito in diverse lingue dal Banco di Santo Spirito. Sempre per l’EPT Ravaglioli ha realizzato e diretto per molti anni il mensile "Carnet di Roma", distribuito in decine di migliaia di copie negli alberghi della città.
Fra le carte dell’archivio Ravaglioli emerge un periodo, dal 1955 al 1964, di attività politica nelle file della Democrazia cristiana romana, in tale ruolo Ravaglioli crea il Centro democratico in funzione culturale e propagandistica, attivo dal 1955 al 1956[4].
Sicuramente più voluminosa è la presenza nell’archivio della documentazione che testimonia l’attività di Ravaglioli rivolta alla sua terra di origine. Conosciuto quale "romano de Romagna", Ravaglioli ha congiunto l’interessamento per la città capitale a quello per la sua terra di origine, in particolare operando per la valorizzazione della presenza dei romagnoli nell’Urbe. Oltre a dedicarsi per dieci anni alla crescita della "Famiglia romagnola" e a costituire il CEVAR (Centro di valorizzazione romagnola), ha pubblicato “Roma Romagnola” (1982), vera e propria enciclopedia della presenza dei romagnoli nella Città eterna e tre "Quaderni di Presenza romagnola", promuovendo inoltre il premio Melozzo d’oro. Per stimolare l’amalgama degli immigrati in Roma e coordinarne le attività sul piano civico, ha promosso la costituzione dell’UnAR (Unione delle Associazioni Regionali in Roma). Giornalista professionista Ravaglioli scrive per decine di quotidiani e periodici per tutta la vita fin dalla giovane età. Ravaglioli è autore di moltissime pubblicazioni, in particolari inerenti il tema romano, le principali sono: “Vedere e capire Roma” (1979; la “Pianta monumentale di Roma”, disegnata da Luigi Piffero (1971); “Roma la Capitale” (1970-71); “La terza Roma” (1971); “Cronologia di Roma Capitale” (1971); “Roma 1870-1970” (1971); “Vecchia Roma” (1981-1982); “Le rive del Tevere” (1982); “Roma ieri e oggi” (1982); “Roma in mano” (1983); “Tutta Roma” (1983); “Roma Umbertina” (1984); “La Capitale incompiuta” (1987); “La storia in piazza” (1987); “Roma 1888 Veduta panoramica di Tidmarsh-Brewer” (1990); “Roma Journey of dream” (1991); “Roma a passeggio” (1994); “Alla scoperta del Lazio” (1995); “Roma curiosa” (1996). Ravaglioli è anche autore di venti titoli della collana “Roma Tascabile”.
Ha dedicato inoltre due volumi alla sua esperienza di militare internato nei lager nazisti: “Continuammo a dire di no” (2000) e “Storie di ordinaria prigionia” (2002).
Un altro settore di spiccata iniziativa di Armando Ravaglioli nel suo impegno di divulgatore della realtà romana è quello della organizzazione di mostre. Per sua iniziativa è stato costituito fra Comune, Provincia e Camera di Commercio il Comitato Manifestazioni romane, con lo scopo di promuovere la presenza internazionale della città e l’accoglienza a Roma di manifestazioni presentate da città straniere e viene creata una sede espositiva all’interno dei Mercati di Traiano (monumento fino ad allora chiuso al pubblico) dove sono allestite le esposizioni di varie capitali estere oltre alle mostre annuali del Libro su Roma in occasione del 21 aprile.
Fra il 1964 e il 1974, Ravaglioli cura una serie di esposizioni e di manifestazioni promozionali di Roma in Europa e in Sud America: le diverse edizioni di Uno sguardo su Roma e Piazza Navona, cuore di Roma e Roma a Parigi, allestita al Petit Palais. Con incarichi speciali, inoltre, Ravaglioli si occupa delle celebrazioni del Venticinquennale della Liberazione della città (1968) e del Centenario di Roma Capitale (1970) allestendo le due grandi esposizioni Roma Città aperta, nel Palazzo delle Esposizioni, e Roma cento anni, a Palazzo Braschi.
Armando Ravaglioli è morto a Roma il 28 gennaio 2009. Nel 2019, nel decennale della scomparsa, esce il libro: A. RAVAGLIOLI, Il romagnolo di Roma, a cura di Marco Ravaglioli, ITER, raccolta di saggi colleganti Roma e Romagna. Per l’occasione i figli di Armando Ravaglioli consegnano l’archivio personale del padre alla Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì[5].
Note:
[1] Cfr. Archivio Armando Ravaglioli, Serie “Attività nella Gioventù italiana di azione cattolica e Federazione universitaria cattolica italiana”
[2] Cfr. Archivio Armando Ravaglioli, Sottoserie “Incarichi presso l’Azione cattolica italiana - ACI”, fascicolo “Capo Ufficio stampa ACI
[3] Cfr. Archivio Armando Ravaglioli, Sottoserie “Centro italiano ricreazione educativa dei ragazzi, CIRER”, Fascicolo “Atti e carteggio”
[4] Cfr. Archivio Armando Ravaglioli, Serie “Attività politica nella Democrazia cristiana – DC”, 1955 – 1964
[5] Cfr. Archivio Armando Ravaglioli, Serie “Documenti personali, biografici e vari”
Tipologia del livello di descrizione
Fondo
Estremi cronologici
1930 – 2009
Metri lineari
5
Consistenza
bb 25 ; album fotografici 14
L'archivio è stato acquisito nel 2019 dalla Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì proveniente dai familiari di Armando Ravaglioli di Roma [1]. Al momento dell'acquisizione l'archivio consisteva in 38 faldoni, 12 album fotografici e 5 volumi di riviste rilegate e documentazione varia sciolta e a stampa. Le carte risultavano solo parzialmente ordinato dal produttore e prive di strumenti di corredo. La Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì grazie al contributo finanziario dell'Amministrazione comunale di Forlì, il coordinamento di Domenico Guzzo e la consulenza storica di Giovanni Tassani, ha permesso il presente intervento di riordino, inventariazione e digitalizzazione
Note
1. Con lettera 28 novembre 2019 i figli Alberto e Marco consegnano l’archivio personale del padre Armando Ravaglioli a Giovanni Tassani il quale “s’impegna, tramite la Fondazione Roberto Ruffilli, che custodirà temporaneamente l’archivio, ed un progetto di sua valorizzazione, con catalogazione e digitalizzazione”. (cfr. documento in Archivio Armando Ravaglioli, Serie “Documenti personali, biografici e vari”)
ambiti e contenuto
Documentazione raccolta e prodotta da Armando Ravaglioli durante la sua attività politica, professionale e culturale. Ravaglioli aveva operato sull'archivio una organizzazione da cui emergeva la volontà di dare alle proprie carte una netta cesura temporale, determinata dalla caduta del regime fascista e dalla seconda guerra mondiale. Così da una parte troviamo le carte prodotte dalla sua attività “giovanile”: prima scolastica poi come animatore dell'Azione cattolica e delle organizzazioni giovanili fasciste forlivesi, principalmente in veste di giornalista e animatore delle riviste nate in seno ai Giovani universitari fascisti forlivesi, oltre che inerenti l’esperienza bellica e al periodo da internato militare italiano nei campi di concentramento nazisti. Dall'altra parte vi sono le carte prodotte e raccolte durante la sua attività professionale, culturale e in parte politica dal dopoguerra in avanti; assieme e a una corposa documentazione inerente l’attività di Ravaglioli nell’associazionismo reducistico. Questa divisione è ben leggibile nell’organizzazione che Ravaglioli ha voluto dare alla propria corrispondenza. Le lettere ricevute (e in minima parte inviate) dal 1945 sono state ordinate alfabeticamente per mittente in dieci raccoglitori denominati dallo stesso Ravaglioli “Corrispondenza generale”, mentre la corrispondenza precedente era stata solo in parte ordinata in fascicoli frammista ad altra documentazione prodotta e raccolta prima del 1945. Oltre a queste due principali raggruppamenti è stata ordinata la sezione che raccoglie la documentazione a stampa, la sezione fotografica e una serie con documentazione personale e documentazione varia non pertinente alle precedenti serie
Al momento del riordino le carte si presentavano solo in parte e sommariamente ordinate e fascicolate per argomento; in generale, al di là del carteggio, la documentazione era stata suddivisa da Ravaglioli in fascicoli sommariamente descritti per ambito di attività (professionale e culturale). Il presente intervento ha rispettato il concetto metodologico del riordino originario mantenendo una netta divisone delle carte prodotte e raccolte nella prima parte della sua vita, quella “giovanile” legata principalmente alla sua attività a Forlì nelle organizzazioni cattoliche e di regime, da quelle legate alla sua attività professionale e umana vissuta principalmente nella capitale e in generale caratterizzate da una netta distanza politica da quelle precedenti. Su tali presupposti il presente intervento di riordino e descrizione ha diviso le carte in due raggruppamenti cronologici: nel primo le carte prodotte e raccolte da Ravaglioli fino al 1945, nel secondo le carte post 1945. All’interno dei due raggruppamenti si è ricondotto la documentazione in serie e sottoserie che rispecchiassero l’organizzazione originale in fascicoli tematici e le diverse fasi dell’attività documentata di Ravaglioli. Nello specifico si sono costituite le seguenti serie:
Raggruppamento Documentazione ante 1945
- Serie Corrispondenza 1936 – 1945
- Serie Scritti inediti 1935 – 1943
- Serie Articoli e scritti editi 1937 – 1943
- Serie Attività nella Gioventù italiana di azione cattolica e FUCI 1936 – 1941
- Serie Attività nella Gioventù universitaria fascista - GUF di Forlì
- Serie Pubblicazioni della Gioventù universitaria fascista di Forlì 1940 – 1944
- Serie Soldato e prigioniero IMI 1941 – 1945
Raggruppamento Documentazione post 1945
- Serie Corrispondenza post 1945 1945 – 2007
- Serie Reduce 1943 – 2009
- Serie Attività professionale 1946 – 1988
- Serie Commissione nazionale del libro 1951 – 1964
- Serie Attività politica nella Democrazia cristiana - DC 1955 – 1964
- Serie "Famiglia romagnola" e Cevar 1955 – 1992
- Serie Agenzia di informazione e di documentazione sulle attività assistenziali e sociali - IDAS 1957 – 1964
- Serie Scritti editi e inediti 1960 – 2000
- Serie I libri 1969 – 2001
- Serie Le mostre 1973 - 1975
- Serie Associazione Amici di Monte Mario 1968 – 2006
- Serie Rocca San Casciano e la Romagna 1950 – 2004
In generale l'unità archivistica corrisponde al fascicolo originale così come ordinato da Ravaglioli. All'interno dei fascicoli la documentazione è stata riordinata cronologicamente. Quando scritti fra virgolette le denominazioni delle unità sono originali. Nell'ottica di una buona conservazione e fruizione della documentazione il presente progetto ha previsto la digitalizzazione e la pubblicazione nel presente inventario di una consistente parte delle carte dell'archivio. Dovendo operare una scelta si è proceduto dando la precedenza a digitalizzare e rendere consultabile da remoto la seguente documentazione:
- La documentazione relativa all'attività di Ravaglioli nella Gioventù italiana di azione cattolica di Forlì e nei Guf di Forlì
- Le riviste dei Guf di Forlì
- Gli scritti editi di Ravaglioli fino al 1945
- La corrispondenza ante 1945
- La corrispondenza post 1945
- La sezione Fotografica
Stato di conservazione
buono