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Nuova Cittadinanza

#Citizenkit 3 (2017-2018)

Spesso assistiamo ad un progressivo allargarsi dell’ “interesse impolitico” dei giovani cittadini: la politica è un luogo in cui non si sentono a loro agio e la loro “attenzione verso l’esterno” è in larga misura rivolta a valori e obiettivi molto lontani da quella dimensione fondamentale della società organizzata che è la collettività e le sua forme di espressione.

La finalità del percorso di quest’anno è cercare superare il concetto di “valore” come emanazione istituzionale (legge, insegnamento, codice ecc.), identificarlo e recuperarlo su terreni che sono espressione e aggregazione spontanea dei giovani.

Così, dopo aver cercato di scoprire gli strumenti per il “buon agire”, vogliamo continuare il cammino nella “nuova cittadinanza” muovendo i nostri passi insieme ai giovani nei “loro luoghi” e recuperare attraverso questi l’impegno verso la collettività e l’attenzione alla politica.

Citizenkit 2017-2018 svilupperà tre incontri per esplorare tre “luoghi” di espressione, aggregazione e riferimento scelti dai giovani:

-       Musica

-       Arte

-       Volontariato/solidarietà

(verrà definito il calendario il più possibile in accordo con le necessità delle scuole partecipanti)

Il progetto si inserisce nel percorso iniziato nel 2015-2016 rimanendo fortemente collegato al workshop “Frammenti di futuro 2 – il cittadino come giocatore”, che si concluderà per aprile 2018.

Secondo le finalità e attività fissate dal proprio Statuto, la Fondazione Ruffilli presenta anche quest’anno il progetto con riguardo anche all’adempimento dell’alternanza scuola/lavoro, come

esperienza di laboratorio e formazione,

Le ore dedicate al workshop organizzato dalla Fondazione Ruffilli e ai laboratori sviluppati all’interno delle scuole ma correlati al progetto, sono concepite come attuazione di progetti socio-culturali per la formazione, secondo obiettivi riportati nella proposta di alternanza scuola/lavoro collegata al progetto e ricompresi nelle finalità della Fondazione.

  1. La Fondazione Ruffilli sarà centro di formazione, coordinamento e indirizzo dei gruppi o gruppi-classe di studenti che frequentano le scuole superiori e dei docenti referenti;
  2. I gruppi dovranno produrre un lavoro (teatro urbano, performance, street art, cartelloni, giochi ecc.), sviluppato anche con peer-education   verso allievi di scuole inferiori.
  3. I lavori prodotti saranno resi visibili il 16 aprile 2018, anniversario dell’uccisione di Roberto Ruffilli.

Il progetto come gli anni scorsi vuole articolarsi in collegamento con le altre progettualità messe in atto sul territorio come quelle proposte dalle Scuole aderenti:

Istituto Professionale Ruffilli                                

-           Sotto i nostri occhi: VEDO SENTO FACCIO

Liceo Artistico e Musicale di Forlì                            

-           ...

Liceo Scientifico “Fulcieri Paulucci di Calboli”         

-           …

Liceo Classico “G.B. Morgagni”                                          

-           …

Ecc.

Il 16 aprile come giornata delle “scuole nella città”

Volendo sottolineare il profondo legame tra il pensiero di Ruffilli e i giovani cittadini, il 16 aprile - che nel 2018 segnerà i trent’anni dell’uccisione di Roberto Ruffilli -  accoglierà il momento partecipativo di azione delle “scuole nella città”, momento nel quale la città di Forlì e i giovani potranno riconoscersi nel ruolo di “giocatori della cittadinanza e della legalità”.

Quel giorno gli studenti saranno chiamati a “presidiare” aree cittadine con performance e allestimenti preparati nei percorsi laboratoriali dei mesi precedenti.

Co-progettazione

Gli Istituti Superiori che aderiranno indicheranno un docente referente che parteciperà agli incontri di co-progettazione. Sarà cura dei singoli istituti, in piena autonomia, di ricercare gli istituti partners (scuole medie e primarie), dove eventualmente svolgere le azioni di peer education.

Contributi economici

La Fondazione Ruffilli, come già fatto nella precedente edizione di #Citizenkit, potrà prevedere un contributo economico ad ogni scuola aderente a sostegno dell’attività di laboratorio intrapresa e come premio di partecipazione.

Forze in campo

Il progetto, così articolato, contempla il contributo fondamentale delle Istituzioni cittadine: il Comune di Forlì e l’Ufficio Scolastico Regionale, come enti patrocinanti, saranno chiamati ad una significativa azione di coinvolgimento sugli Istituti scolastici cittadini, scuole superiori e scuole medie e/o primarie, sensibilizzando con un’azione diretta e focalizzata le singole Direzioni sul tema e sul significato che la giornata del 16 aprile assume per la città come segnale di accoglimento dei valori promossi e affermati.

Si manterrà e rafforzerà il collegamento con la struttura “conCittadini” dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e si cercherà di attivare contatti con “imprese virtuose” operanti sul territorio, non solo allo scopo di ottenere sostegno, ma per estendere la rete di collegamento fra mondo educativo-formativo e mondo produttivo.

#Citizenkit 4 (2018-2019)

 

 Invito Citizenkit 2018-2019

 

Premessa

Il “gran teatro” dei vizi e delle virtù ha rappresentato, da un millennio ormai, lo spazio in cui si sono insegnati i comportamenti degli uomini e delle donne nel mondo. Seguirne la storia significa toccare tutti i passaggi della condizione sociale umana, dall’iniziale dominanza del campo ecclesiastico-religioso fino all’attuale strabordanza cyber-comunicativa. In tre/quattro tappe (le virtù nel medioevo a cifra teologico-religiosa, dalle virtù agli interessi nel passaggio laico della modernità, virtù e vizi dell’oggi post-moderno), quel percorso può essere seguito, utilizzando tecniche di diversa natura…

Finalità

Lo scopo resta quello di eccitare nei ragazzi/e la sensibilità al dato di fatto che i loro comportamenti in società sono necessariamente etero-diretti, ma possono essere controllati grazie alla consapevolezza di ciò e alla capacità critica di partecipare al processo comunicativo. Ciò trova particolare rispondenza nello sforzo di diventare anche “bravi” cittadini.

Modalità

Il progetto si articolerà in una serie di 3 incontri svolti in orario scolastico che svilupperanno i contenuti descritti, esplorando, anche con tecniche diverse, i diversi aspetti della tematica. I periodi in cui collocare le date sono stati così individuati: 28-31 gennaio, 11-16 febbraio, 11-16 marzo.

#Citizenkit 4, come gli anni scorsi, vuole articolarsi in collegamento con altre progettualità messe in campo sul territorio, in particolare con i laboratori proposti dalle Scuole aderenti, ma anche con un possibile workshop biennale della stessa Fondazione.

Le progettualità proposte dalle scuole potranno svilupparsi anche attraverso peer-education e i lavori/performance realizzati saranno presentati alla cittadinanza il 16 aprile 2019. 

A sottolineare il profondo legame tra il pensiero di Ruffilli e i giovani cittadini, infatti, il 16 aprile - come ormai consuetudine - accoglierà il momento partecipativo di azione delle “scuole nella città”, momento nel quale la città di Forlì e i giovani potranno riconoscersi nel ruolo di interpreti di una moderna “virtù” di cittadinanza e di legalità.

Progettualità in alternanza scuola/lavoro

Secondo le finalità e attività fissate dal proprio Statuto, la Fondazione Ruffilli presenta il progetto con riguardo anche all’adempimento dell’alternanza scuola/lavoro.

Le ore dedicate ai laboratori sviluppati dalle scuole, così come quelle dell’eventuale workshop organizzato dalla Fondazione Ruffilli, sono concepite come attuazione di progetti socio-culturali per la formazione, secondo obiettivi riportati nella proposta di alternanza scuola/lavoro collegata al progetto e ricompresi nelle finalità della Fondazione.

La Fondazione Ruffilli, in collaborazione con le Scuole, sarà quindi centro di formazione, coordinamento e indirizzo degli studenti che parteciperanno ai laboratori collegati a #Citizenkit.

Co-progettazione

Gli Istituti Superiori che aderiranno indicheranno un docente referente che parteciperà agli incontri di co-progettazione. Sarà cura dei singoli istituti, in piena autonomia, di ricercare gli istituti partners (scuole medie e primarie), dove eventualmente svolgere le azioni di peer education.

Contributi economici

La Fondazione Ruffilli, come già fatto nelle precedenti edizioni di #Citizenkit, potrà prevedere un contributo economico ad ogni scuola aderente a sostegno dell’attività di laboratorio intrapresa e come premio di partecipazione.

Forze in campo

Il progetto, così articolato, contempla il contributo fondamentale delle Istituzioni cittadine: il Comune di Forlì e l’Ufficio Scolastico Regionale, come enti patrocinanti, saranno chiamati ad una attiva collaborazione per il coinvolgimento degli Istituti scolastici cittadini, scuole superiori e scuole medie e/o primarie, sensibilizzando con un’azione diretta e focalizzata le singole Direzioni sul tema e sul significato che la giornata del 16 aprile assume per la città come segnale di accoglimento dei valori promossi e affermati. 

Si manterrà e rafforzerà il collegamento con la struttura “conCittadini” dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e si cercherà di attivare contatti con “operatori virtuosi” del territorio, non solo allo scopo di ottenere sostegno, ma per estendere la rete di collegamento fra mondo educativo-formativo e mondo produttivo.

 il kit del cittadino

 

Con il patrocinio di:

Citizenkit 4 loghi

 

 

Frammenti di Futuro 2

 

Frammenti di futuro 2017-2018

il cittadino come giocatore

Workshop #Citizenkit 2 “L’anticorruzione è il sistema immunitario del bene comune"

 

Premessa scientifico-didattica

La Fondazione Roberto Ruffilli, nel suo pluriennale impegno di collaborazione e formazione con le Scuole Medie Superiori del comprensorio forlivese, ha attivato nel 2017 il laboratorio “Frammenti di futuro 2: il cittadino come giocatore” - organicamente legato al più vasto percorso didattico sulle nuove forme della cittadinanza attiva, “#Citizenkit” – incentrato sulle espressioni contemporanee della “corruzione”, intesa nel suo significato più largo, e sul loro potenziale degenerativo sul bene comune, ovvero sulla corretta gestione della convivenza organizzata sottoposta alle trasformazioni del “glocalismo”.

In questo senso, nel lavoro con gli studenti si è data una particolare importanza all’analisi dei mutamenti delle forme partecipative e aggregatrici derivanti dalle nuove modalità di comunicazione. Interazioni digitali e de-territorializzate che rivoluzionano le tradizionali modalità espressive, ed al contempo subiscono un processo di “gerarchizzazione” secondo criteri di popolarità mediatica. 

In questa dimensione eterea, eppure concretissima per i suoi effetti, i cittadini cessano di essere semplici bersagli “passivi” del “messaggio dall’alto”, per divenire fonti (inter-)attive dal basso; dei “players”. Ciò vuol dire, maggiore libertà e forza rispetto al “potere costituito”, ma anche sudditanza rispetto ai sistemi di fruizione/diffusione del web. 

Anche la corruzione nella sua estensione più capillare, espressa attraverso schemi comportamentali degenerati e lesivi, è sempre più traslata dalla sfera fisico-materiale a quella virtuale-interattiva.

Il cittadino come giocatore ha rappresentato allora una proposta di riflessione volta ad individuare i percorsi di evoluzione comunicazionale della “corruzione”, nel più ampio quadro della sua operatività materiale ai danni del benessere e della giustizia sociale. 

Si è partiti dalla sapienza classica, che ricorda ai nostri giovani studenti come «ogni Stato è una comunità e ogni comunità si costituisce in vista di un bene»; e che tale «bene di comunità» è la coesistenza organizzata fra «animali politici», ovvero fra gli essere umani (Aristotele, “Politica”, Libro I). 

Una rete sociale, dunque, o meglio un “organismo civile”, che in quanto entità vivente risponde a tutti i limiti e i cicli della natura: nascita, sviluppo, stasi, malattia, morte. 

Ai ragazzi è in tal modo apparso come le società umane possano dunque crescere e migliorarsi, ma anche ammalarsi – più o meno gravemente – fino a cadere nella necrosi. 

E sempre con Aristotele, hanno potuto addentrarsi nella considerazione che la GENERAZIONE della vita è solo l’avvio di un ciclo che torna immancabilmente al suo punto di nascita, attraverso un processo di DE-GENERAZIONE culminante nelle decomposizione: ossia secondo un processo di CORRUZIONE NATURALE (Aristotele, “De generatione et corruptione”). 

Concetto poeticamente immortalato in tempi contemporanei da Fabrizio De André nella sua “Via del Campo” (1967): «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».

Gli studenti hanno allora elaborato la consapevolezza di una inesorabile tensione immanente verso la corruzione naturale degli organismi; dalla quale si evince che «la vita è sforzo costante per allontanarsi dal disordine e dall’entropia» (Erwin Schrödinger, What is life?, 1943) e che, per ultimo corollario, questa «lotta per la vita» significa “prendersi cura” del sistema, tenendo sempre al massimo della sua efficienza il sistema immunitario dell’organismo. 

Se pertanto ogni civiltà - il BENE COMUNE di una collettività organizzata - è ineludibilmente sottoposta a processi fisiologici di degenerazione che la sospingono a regredire verso lo STATO DI NATURA [l’antitesi artificiale di questo processo è il TOTALITARISMO], allora il fenomeno della CORRUZIONE ritrova in pieno il suo significato etimologico di “CUM-RUMPERE”: guastare, disfare, rompere il LEGAME COMUNITARIO  (IL PATTO DI FIDUCIA E LE PRASSI DI EQUITA’) fra con-cittadini con condotte illecite, prevaricatrici ed odiose.

In questo senso, il sistema immunitario di cui prendersi CURA è l’ANTI-CORRUZIONE, intesa come insieme di “buone pratiche” e di “imperativi morali”, la cui diffusione capillare nell’organismo sociale permette la funzionalità delle “buone leggi” elaborate a difesa del BENE COMUNE. 

I «buoni costumi che riportano il corpo politico alla sua giovinezza», li definiva Niccolò Machiavelli. 

Essendo utopistica - e al fondo non pertinente alla mission del laboratorio - l’idea di giungere ad una “prognosi”, ci si é concentrati sulla “diagnosi” della corruzione, di cui i giovani partecipanti al progetto - imminente generazione adulta di nuovi cittadini nativi digitali - hanno individuato sei forme contemporanee: 

1. Comunitaria (bullismo, cyber-bullismo, nonnismo); 

2. Sociale (raccomandazioni, concussioni, free-riding); 

3. Economico-Istituzionale (tangenti, evasioni, traffico di influenze); 

4. Internazionale (vantaggi illegali e incostituzionali in Paesi più deboli: estrazioni materie prime, smaltimento rifiuti, basi); 

5. Informatico-Politica (hacking e cyber-terrorismo); 

6. Informatico-Comunicazionale (fake news, trolling).

Ecco che l’attività del workshop è confluita nella realizzazione di una serie di 6 tavole allegoriche, incastonate sullo sfondo dell’affresco trecentesco del “Mal Governo” - dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena e paradigma universale della “degenerazione” del sistema sociale - che ricostruiscono la percezione e l’interpretazione dei ragazzi rispetto alla dialettica fra l’antico e il moderno in fatto di “corruzione” della coesistenza organizzata. 

Il seminario ha coinvolto un gruppo di circa venti studenti, appartenenti a scuole di indirizzo formativo diverso, in una esperienza in alternanza scuola/lavoro con uno sviluppo di circa una quarantina di ore di lavoro presso la sede della Fondazione Roberto Ruffilli.

FRAMMENTI DI FUTURO 2018

Tavola n 0  

Nel 2014, la Fondazione Roberto Ruffilli ha iniziato un percorso di riflessione con gli studenti forlivesi, volto ad interpretare le potenti e profonde trasformazioni che stanno facendo evolvere le pratiche e le forme della cittadinanza. Nel biennio appena concluso, si sono utilizzati i prismi della “trasparenza e dell’accontabilità” per affrontare la dimensione “pubblica” della questione: dai molti incontri e dal lungo seminario è emersa la percezione di un rapporto fra libertà individuale e sicurezza collettiva (ovvero la dialettica fondamentale che lega lo Stato ai suoi cittadini) sottoposto ad una riconfigurazione accelerata, e a tratti ambigua, sotto l’azione della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”, quella della globalizzazione cibernetica.

       UNA RIFLESSIONE COMUNE CHE PROSEGUE

Con il nuovo biennio s’intende proseguire lo studio intrapreso, andando a scandagliare il livello “privato” delle nuove forme di cittadinanza in costruzione: legandosi organicamente al più vasto percorso del“KITdelCITTADINO” - consacrato quest’anno a ltema dell’ANTICORRUZIONE – si propone un laboratorio (“Ilcittadino come giocatore”) che si inoltri nei mutamenti di stato delle forme partecipative ed aggregatrici della comunicazione, intesa come insieme degli scambi culturali interni ad una comunità e quindi come base della socialità politica.

In breve, considerando l’ANTICORRUZIONE come il sistema immunitario della coesistenza organizzata e dell’amministrazione della respublica –vale a dire un insieme di imperativi individuali e di buone pratiche collettive che abbisognano di una continua cura per mantenersi forti e vitali– s’intende analizzare con gli studenti come il cambiamento dei codici del linguaggio e del discorso, determinato dai nuovi mezzi di comunicazione digitale (social,chat e piattaforme), impatti sulla tutela quotidiana del bene comune.

       UN NUOVO ORIZZONTE PER LA CITTADINANZA, FRA LIBERAZIONE E SUDDITANZA

L’adattamento della comunicazione ai nuovi parametri dello spazio digitale passa per un mutamento delle modalità di espressione, comportando la nascita di una sorta di “neo-lingua” caratterizzata dalla brevità, dalla semplicità, dall’informalità, dalla disintermediazione. Allo stesso tempo, la veicolazione dei concetti subisce un processo di “gerarchizzazione” secondo criteri di popolarità mediatica (trend-topics): ciò sta spingendo sempre più l’interazione sociale in una nuova dimensione cibernetica e globalizzata, nel cui seno i cittadini cessano di essere dei semplici bersagli passivi per divenire fonti attive e “players”.

In effetti, gli strumenti di comunicazione (devices) a disposizione si sono di molto accresciuti in termini di quantità, inter-connettività e potenza, amplificando drasticamente gli spazi di espressione del cittadino-utente: nel cyber-spazio, il soggetto si sente quindi più libero e forte rispetto al “potere costituito”. Al contempo, tuttavia, la predisposizione stessa del “web” e dei suoi sistemi di fruizione/diffusione stanno scivolando sempre più nelle mani di una oligarchia di grandi corporations informatiche, il cui successo economico-finanziario e le cui quote di mercato sono direttamente proporzionali alla capacità d’imporre un controllo monopolistico sulla sfera della comunicazione: ciò significa che accanto ad aspetti “liberatori”, la mutazione cibernetico-digitale ha per il soggetto anche ricadute di sudditanza e di dipendenza.

Se quindi il cittadino ha più mezzi e più forza mediatica per esprimersi, ma il suo accesso e la visibilità dei suoi discorsi sono sempre più strettamente mappati ed ordinati, serve allora interrogarsi su di una tendenza evolutiva dagli esiti incerti, che può avere tanto carattere “generativo” che “degenerativo” rispetto alle forme di cittadinanza prossime venture, di cui le nuove generazioni adesso in formazione saranno gli interpreti.

       UNA DOMANDA DI FONDO ED UN’ESPERIENZA LABORATORIALE

Ai giovani studenti, in qualità di “nativi digitali” organicamente partecipi della mutazione cibernetica e di futuri cittadini adulti, viene in definitiva chiesto d’interrogarsi sugli aspetti qualitativi di questa “rivoluzione comunicazionale” e sull’incidenza che essa può esercitare rispetto al sistema immunitario anti-corruttivo che presiede alla tutela del bene comune.

Al di là delle canoniche accezioni legali, giuridiche ed amministrative, la corruzione infatti ha una valenza ed un’estensione molto più capillare, esprimendosi anche attraverso la distorsione e l’infrazione di quelle convenzioni comportamentali che garantiscono il pacifico esercizio delle interazioni sociali: in questo senso, i sempre più prepotenti fenomeni del cyber-bullismo e del trolling - che traslano gli antichi atti del bullismo, del nonnismo e della prevaricazione dalla sfera fisico-materiale a quella virtuale-interattiva (pur continuando a provocare risultanti tragiche, quali il suicidio delle vittime) – paiono offrire un concreto e sentito studio di caso per individuare i processi di mutamento comunicazionale e i meccanismi di risposta/contrasto – sempre inscritti nella strumentalità cibernetica – che vengono posti in essere. E’ dunque sul tema del cyber-bullismo e del trolling che si intende incentrare il workshop con gli studenti, sfruttando una dinamica di drammatica attualità per riflettere su una delle molteplici ricadute private della “quarta rivoluzione industriale” in atto.

A differenza della scorsa edizione, che si era concretizzata in un film mediometraggio (“Fra libertà e sicurezza - Il labirinto digitale”), questavolta il lavoro seminariale confluirà in un reportage (o, in alternativa, in una “graphic novel” [un racconto a fumetti a carattere documentario]) che ricostruirà -anche attraverso un blob di post e tweets, sul modello proposto dalla fortunata trasmissione televisiva “Gazebo”- la percezione, l’interpretazione e la visione dei ragazzi sui dilemmi proposti.

Sviluppo

Il progetto coinvolge un gruppo interscuola di circa una ventina di studenti (il numero, complessivamente -e distintamente per ogni istituto- dipenderà dal numero delle scuole aderenti) per un periodo di 10/12 mesi; prevede 2/3 incontri-lezione con specialisti e operatori del settore ai quali potranno assistere non solo i ragazzi coinvolti ma le intere classi di appartenenza (le “lezioni” potranno essere organizzate presso gli stessi istituti aderenti dotati di spazi disponibili) e un percorso di riflessione e costruzione per il gruppo di studio presso la sede della Fondazione Ruffilli; entrambe le fattispecie avranno la valenza di alternanza scuola/lavoro per un complessivo ammontare di circa 40 ore.

L’iniziativa si svilupperà coinvolgendo due anni scolastici (2016/17 e 2017/18), da febbraio/marzo 2017 ad aprile 2018 secondo la pianificazione concordata con le scuole e ipotizzata come segue:

 

  2016-2017

  1. Coordinamento e pianificazione con i referenti delle scuole: novembre 2016/gennaio 2017
  2.  Incontri e percorso di riflessione:

febbraio                      2 ore

marzo                         6 ore

aprile                          2 ore

maggio                       6 ore  

  2017-2018

  1. Incontri e percorso di riflessione:

novembre                   6 ore

dicembre                    2 ore

gennaio                      2 ore  

febbraio                      4 ore

marzo                         4 ore

aprile                          2 ore

 

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 PROGETTO

 

 

CITTADELLA DEL BUON VIVERE/RMC CAFE'

luoghi per genitori e dintorni
IL CITTADINO COME GIOCATORE
reportage sulla nuova dimensione cibernetica e globalizzata
con ROBERTO MERCADINI 

 

lunedì 24 settembre 2018   ore 19.30

Nel lavoro con gli studenti si è data particolare importanza all’analisi dei mutamenti delle forme partecipative e aggregatrici derivanti dalle nuove modalità di comunicazione. Interazioni digitali e de-territorializzate che rivoluzionano le tradizionali proprie modalità espressive, ed al contempo subiscono un processo di “gerarchizzazione” secondo criteri di popolarità mediatica. In questa dimensione eterea, eppure concretissima per i suoi effetti, i cittadini cessano di essere semplici bersagli “passivi” del “messaggio dall’alto”, divenire fonti (inter-)attive dal basso; dei “players”. Ciò vuol dire, maggiore libertà e forza rispetto al “potere costituito”, ma anche sudditanza rispetto ai sistemi di fruizione/diffusione del web. La corruzione nella sua estensione più capillare, espressa attraverso schemi comportamentali degenerati e lesivi, è traslata dalla sfera fisico-materiale a quella virtuale-interattiva.

Il cittadino come giocatore ha rappresentato una proposta di lavoro volta ad individuare i percorsi di evoluzione comunicazionale della “corruzione”, nel più ampio quadro della sua operatività materiale ai danni del benessere e della giustizia sociale. L’attività del workshop è confluito nella realizzazione di una serie di 6 tavole allegoriche, incastonate sullo sfondo dell’affresco trecentesco del “Mal Governo” - dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena - che ricostruiscono la percezione e l’interpretazione dei ragazzi rispetto alla dialettica fra l’antico e il moderno in fatto di “corruzione” della coesistenza organizzata.

Il seminario ha coinvolto un gruppo di circa venti studenti, appartenenti a scuole di indirizzo formativo diverso, in una esperienza in alternanza scuola/lavoro con uno sviluppo di circa una quarantina di ore di lavoro presso la sede della Fondazione Roberto Ruffilli.