I rifugiati sono rifugiati e i migranti sono migranti: questo è prima di tutto. Perché si rifugiano e perché migrano è la domanda da porsi. E la risposta è solo una e immediata: ne hanno bisogno e dunque bisogna aiutarli. Rispetto a ciò, nel mondo moderno, così interconnesso e simultaneo, è ovvio che gli impegni individuali non bastano più; occorrono interventi istituzionali, progettati, programmati e poi attuati. Tra queste istituzioni c’è anche Carlotta Sami… o meglio il UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), di cui lei è portavoce per il Sud Europa.
Noi abbiamo pensato che, dopo avere lavorato quest’anno un po’ insieme nel campo della musica (con Cristicchi) e dell’arte (con guerrilla spam), era bello concludere gli incontri delle scuole forlivesi sul tema che dovrebbe essere a base di ogni discorso di cittadinanza: quello della gentilezza. Nel nostro ideale CITIZEN’S KIT, la gentilezza dovrebbe essere tra i primi strumenti da usare, per incontrare gli altri e stare insieme. Possibilmente anche a fin di bene: quindi per aiutarsi. Il primo passo è conoscersi e comunicare.
Questo è ora il ruolo di Carlotta Sami, per conto delle Nazioni Unite. Prima aveva diretto i programmi di Save the Children in Italia, occupandosi anche dell’organizzazione di emergenze umanitarie ed era stata direttrice di Amnesty International in Italia. Un impegno tutto speso nel campo dei diritti umani, da brava avvocata di chi sembra non avere posto al mondo.
Dopo la musica di Simone Cristicchi un altro straordinario mezzo di comunicazione critico è quello dell’azione visiva negli spazi pubblici sempre più contaminati. È quella che – anche se ormai super-commercializzata – si fa chiamare STREET-ART o anche quella che i nostri amici di GUERRILLA SPAM (che sono già stati ospiti da noi a Forlì due anni fa) preferiscono chiamare invece “spontanea azione non autorizzata di attacchinaggio negli spazi urbani”. Un andare controcorrente rispetto al dilagante uso dell’informazione mediatica, tanto concentrata sulle NEWS da avere dovuto inventare anche quelle FAKE, per continuare a tenerne vivo il discorso – e il consumo.
“BIZZARRI” si chiama la loro ultima pubblicazione del 2017 (già esaurita) ed è un termine che descrive bene la linea d’azione su cui si muovono, tra una denuncia marcata e pressante della continua disinformazione a cui siamo sottoposti e il rispetto però dello spazio urbano come luogo di tutti, che non va aggredito con prepotenza da chiunque ritenga di avere qualcosa da dire ma va usato col preciso intento di coinvolgere il passante in modo da trasformarlo in utente o meglio in complice o concorrente. Così, fra i compiti che i Guerrilla si sono dati c’è anche quello di interloquire coi ragazzi delle scuole per insegnare loro a comprendere i linguaggi dell’arte di strada e magari anche a usarli, per raggiungere una informazione partecipata e condivisa, invece che sempre a senso unico.
L’invito dei GUERRILLA SPAM non vuole essere una provocazione, ma solo il tentativo di rappresentare un modo alternativo di concepire la comunicazione visiva in un’ottica di rispetto e di critica del cosiddetto “decoro urbano”. La comunicazione è il tessuto in cui tutti noi siamo inseriti e ci sembra utile promuovere nei suoi confronti un’attenzione critica, una coscienza attiva che ci consenta di capire quale tipo di comunicazione ci piacerebbe avere, per poterne essere soggetti attivi e responsabili e non solo destinatari passivi a senso unico.