Carteggio Turati - Kuliscioff

 

pdf PROGETTO TECNICO – SCIENTIFICO

 

PROGETTO TECNICO – SCIENTIFICO

Tipologia d’intervento

Riorganizzazione in unicum archivistico, completamento della struttura gerarchica, descrizione, redazione d’inventario analitico, digitalizzazione, informatizzazione e messa a disposizione in libero accesso del Carteggio Turati-Kuliscioff (1896-1925).

Presentazione e valenza storiografica

La Fondazione Ruffilli, proseguendo nel lavoro pluriennale d’individuazione, recupero, catalogazione, digitalizzazione, informatizzazione, indicizzazione messa a disposizione delle carte prodotte da rilevanti personalità ed enti emiliano-romagnoli del Novecento[1], ha posto attenzione al fondo archivistico costituito dal carteggio tra Filippo Turati e Anna Kuliscioff nel corso della loro relazione politica e sentimentale, conservato presso la Biblioteca A. Saffi di Forlì, a seguito del lascito di Alessandro Schiavi al locale Comune.

Il materiale conservato presso locali del Comune di Forlì, non è attualmente fruibile dal pubblico.
Il progetto si colloca in un momento temporale doppiamente significativo con riferimento alla ricorrenza del centenario dell’assassinio Matteotti, vicinissimo compagno di partito di Turati, e del prossimo centenario della morte, nel 2025, di Anna Kuliscioff.
Si tratta dello scambio bi-direzionale tra due protagonisti del fermento politico-culturale socialista emerso alla fine del secolo diciannovesimo e affermatosi nei primi decenni del Novecento. Le due imponenti figure storiche, attraverso passione e coinvolgimento per le cogenti problematiche sociali del periodo e non senza sacrificio personale, hanno interpretato e identificato le necessità di riscatto sociale e politico delle fasce di popolazione più deboli ed esposte. Un forte impegno - oltre che nell’elaborazione delle istanze - nel tradurre le medesime sul piano di provvedimenti riformatori; un impegno destinato a misurarsi con posizioni di diverso rigore e intensità e con la pesante azione messa poi in campo dalla nascente forza fascista.

Con una formazione giuridica e un forte interesse per le lettere e la filosofia, Filippo Turati attento al tema della condizione sociale, sviluppa una posizione di vicinanza e sostegno alle esigenze della classe lavoratrice. Tra i fondatori del Partito dei lavoratori italiani, poi Partito Socialista Italiano, profonde il suo impegno politico come deputato e come militante attivo, condividendo passione politica e vita private con la compagna Anna Kuliscioff, conosciuta nel 1885.

Di origine russa, Anna Kuliscioff, fortemente legata all’ambiente socialista e già compagna del socialista romagnolo Andrea Costa, nel corso della sua formazione superiore in Svizzera si avvicina al dibattito anarchico e si inserisce nella militanza politica socialista. Nel 1872 conosce Andrea Costa con cui si unisce sentimentalmente e dalla cui unione nasce la figlia Andreina. Al termine della relazione con il socialista romagnolo e laureata in medicina, il suo impegno politico-culturale ma anche pragmatico-operativo a sostegno dell’emancipazione femminile e delle donne lavoratrici si rafforza fortemente. 

Filippo Turati e Anna Kuliscioff, le cui vite e opere sono grandemente note e - nel tempo - oggetto di vario studio, intrecciarono, dal 1885 fino alla morte di Anna nel 1925, all’impegno culturale e ad una concreta azione politica e sociale, un’unione di sentimenti che, pur accumunandoli negli obiettivi, non raramente li vide in posizioni dialettiche di confronto critico.

Il carteggio che riguarda i diversi aspetti della loro relazione rivela il confronto e l’evolversi del pensiero e delle rispettive posizioni.
Il materiale archivistico relativo al carteggio fu raccolto da Turati e conservato dal collaboratore e fraterno amico, Alessandro Schiavi. Impegnato al loro fianco nella redazione della rivista Critica sociale, Schiavi, pratica il suo impegno intellettuale e politico- amministrativo nelle fila del partito socialista e dopo la Seconda guerra mondiale, sarà eletto senatore socialdemocratico.

La sua amicizia con Turati e la Kuliscioff e il suo impegno intellettuale indussero Alessandro Schiavi a preservare l’imponente archivio durante il governo fascista e la successiva guerra, e a svolgere una preziosa opera biografica dei due personaggi. Con la sua morte, a Forlì nel 1965, l’archivio fu diviso ed ebbe destinazioni diverse: grande parte di esso si trova presso L'Istituto internazionale di storia sociale di Amsterdam e a Forlì è conservato presso la Biblioteca A. Saffi e l’Archivio di Stato.

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[1] Attività che negli ultimi anni ha consentito di porre a disposizione - in doppia modalità cartacea e digitalizzata - di cittadini e comunità scientifica, i fondi documentali relativi all’attività politico-istituzionale in Commissione Bozzi del Sen. Prof. Roberto Ruffilli (https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/fondazione-ruffilli/roberto- ruffilli), all’operato di programmazione territoriale svolto nel comprensorio delle Camere di Commercio romagnole dal dott. Dario Sacchetti (http://www.cittadegliarchivi.it/pages/getTree/sysCodeId:IT-CPA-ST0182- 0000001/archCode:ST0182), all’attivismo progressista del Circolo ACLI “Cittadino” (http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ead-str/IT-ER-IBC-AS01361-0000001), all’attività e impegno di Armando Ravaglioli e al Fondo Walter Ronchi e le riviste giovanili di fine ventennio. 

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Descrizione dell’Archivio

Consistenza: l’archivio consta di n. 3195 lettere condizionate in n. 18 buste per un totale di circa 3 ml.
Si tratta di documentazione prodotta e raccolta da Filippo Turati inerente il suo rapporto politico e sentimentale con Anna Kuliscioff.
Estremi cronologici: 1896-1925
Stato di ordinamento: cronologico
Strumenti di ricerca: elenco di consistenza

Obiettivi e risultati

Il progetto che qui si propone ha come primo obiettivo la riorganizzazione, la descrizione e l'ordinamento della raccolta di carte ed epistole appartenenti allo scambio tra Filippo Turati e la compagna Anna Kuliscioff, in un’ottica di conservazione e valorizzazione di questa fonte come unicum, riconducendo tutte le serie documentali ad una organica struttura archivista.

L’intento principale è quindi quello di inventariare e descrivere il materiale documentario in modo da

  • consentire, tramite anche la compilazione di adeguati strumenti, la consultazione a fini di studio e di ricerca
  • garantire la corretta conservazione della documentazione sottraendola, tra l’altro, al rischio di dispersione
  • valorizzare e promuovere l’archivio a sostegno della memoria delle figure di Filippo Turati e Anna Kuliscioff e dell’evoluzione del loro pensiero e contributo alla vita politica e del Paese.

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L’inventario andrebbe ad implementare il portale di Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli Archivi storici in Emilia-Romagna, aderente e interconnesso al SAN.
Sostanzialmente quindi ci si prefigge di ottenere una conservazione a norma, espletare le attività di riordino e inventariazione a supporto delle attività di ricerca, predisporre gli strumenti necessari alla attività di valorizzazione propria di un archivio di rilevanza storico, seguendo l’innovazione di una duplice messa a disposizione, che abbina alla tradizionale consultazione fisica, l’offerta di copie digitalizzate in open access.

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Criteri metodologici/fasi di attività

L’intervento si articolerà in più fasi

  • FASE 1: Ricognizione complessiva del fondo e ricognizione degli spezzoni di archivio non versati riconducibili a questo, presenti in altre sedi e redazione di elenco di consistenza complessiva;
  • FASE 2: Descrizione del soggetto produttore tramite l’analisi delle carte, la normativa di riferimento e le fonti disponibili;
  • FASE 3: Ricostruzione della storia archivistica e delle vicende conservative e analisi delle modalità di sedimentazione;
  • FASE 4: Riordinamento delle carte, sotto supervisione storiografica, sulla base delle informazioni acquisite nelle fasi precedenti, della analisi delle stesse, delle modalità di creazione e sedimentazione dell’archivio, degli eventuali interventi archivistici successivi alla data di creazione che dovessero emergere;
  • FASE 5: Redazione di un inventario analitico comprensivo di

         o Introduzione Generale (descrizione complessiva del fondo, storia archivistica, criteri di ordinamento e di descrizione)
         o Descrizione del soggetto produttore
         o Descrizione delle diverse partizioni del fondo o Descrizione delle unità archivistiche

  • FASE 6: Digitalizzazione delle carte;
  • FASE 7: Costituzione del data-base indicizzato delle carte digitalizzate

L’attività di descrizione archivistica si baserà sui tracciati propri dei principali standard internazionali, così come recepiti dal contesto italiano. In particolare si utilizzeranno gli standard archivistici per la descrizione delle risorse documentarie ISAD e ISAAR. L’organizzare le descrizioni dei fondi e delle entità secondo le direttive di questi standard serve infatti ad assicurare omogeneità alla descrizione archivistica e a garantire interoperabilità e riusabilità delle risorse d’archivio.

Per la descrizione dei soggetti produttori ci si atterrà alla seconda edizione di ISAAR (CPF), che consentirà di rendere conto delle relazioni di un determinato soggetto produttore con altri enti; ciò premesso, per la descrizione dei soggetti produttori verranno fornite le seguenti informazioni:

       Tipologia del soggetto produttore
       Forma/e autorizzata/e del nome Forme parallele del nome
       Date di esistenza
       Storia
       Condizione giuridica
       Funzioni, occupazioni e attività
       Mandato/fonti normative
       Nomi/codici identificativi degli enti, persone e famiglie correlate Classificazione della relazione con altri produttori
       Descrizione della relazione con altri produttori
       Date della relazione con altri produttori

Le informazioni verranno date al livello di analiticità che si riterrà più opportuno, anche in base alle informazioni acquisite nel corso delle attività preliminare.
La descrizione del fondo verrà articolata in una struttura archivistica in grado di rendere tutta la complessità delle diverse tipologie documentarie e delle loro aggregazioni, e ad ogni partizione verranno collegate le descrizioni delle singole unità archivistiche.

Per unità archivistica verrà considerata, sostanzialmente, il fascicolo o il registro o volume. La descrizione di ogni unità farà riferimento all’area 3 di ISAD – area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura.
La descrizione di ogni unità comprenderà almeno:

       Titolo (nel rispetto dei criteri opportuni a renderlo auto esplicativo)
       Contenuto
       Estremi cronologici
       Codice identificativo univoco
       Collegamento al fondo o serie di riferimento

Delle unità archivistiche saranno specificati l’eventuale titolo originale e il riferimento a segnature originali. Verrà anche indicata la tipologia di unità e lo stato di conservazione.

Il riordino degli atti e dei documenti sarà contestuale al ricondizionamento del materiale, cioè alla sostituzione dei contenitori rotti o inadatti, e all’inserimento in nuove buste delle unità archivistiche prive di contenitore. 

Le operazioni di riordino si concluderanno con il riaccorpamento fisico delle unità schedate e ricondotte alle serie originarie attraverso la loro disposizione ordinata sulle scaffalature, con l’etichettatura del materiale e con l’apposizione del numero di corda.

Il lavoro di inventariazione sarà effettuato con il software XDAMS.

Al termine dell’attività di riordino e inventariazione, che avrà consentito di individuare le carte di maggiore interesse, si procederà alla digitalizzazione, con un numero stimato di circa 6.500 immagini.
Per la digitalizzazione, che sarà affidata all’agenzia tecnica “edit91 società cooperativa” - specializzata nell’elaborazione di contenuti digitali in ambito scientifico, archivistico e divulgativo - si procederà all’acquisizione diretta attraverso scanner piano; ad ogni oggetto digitale derivante dalla scansione sarà assegnato come titolo un codice alfanumerico corrispondente al numero di inventariazione, numero che sarà riportato anche sul singolo documento.

A ciascuna documento corrisponderà un unico file di immagine digitale, che sarà prodotta in tre formati adatti alla conservazione, alla pubblicazione e all’inserimento nella scheda collegata all’inventario, come di seguito specificato:

  • Conservazione: TIFF 6.0 non compresso ad alta risoluzione, 300 dpi ottici, profondità di colore 24 bit RGB.

  • Pubblicazione: JPEG, 300 dpi ottici, profondità di colore 24 bit RGB.

  • Inserimento nella scheda: GIF, 72 dpi ottici, 8 bit colore indicizzati.

I file ottenuti attraverso la scansione saranno oggetto di post-produzione, raddrizzati, rifilati ed esportati nei tre formati previsti. Non saranno eseguite operazioni di foto-ritocco, ma sarà invece applicato un watermark a protezione delle immagini immesse in rete.

Per facilitare la fruizione e l’analisi delle copie digitalizzate, si procederà altresì alla creazione di una base in formato PDF, portatrice di un sistema di riconoscimento OCR.

Ore di lavoro necessarie/durata

Il lavoro di riordinamento, di inventariazione e catalogazione sarà affidato a due archivisti della ditta specializzata “Ebla soc. coop.”, per cui si prevede un impegno complessivo di ore 500. Il lavoro di digitalizzazione sarà affidato al personale specializzato dell’agenzia tecnica “Edit 91 soc. coop.”, per cui si prevede un impegno complessivo di ore 330.

Il lavoro di progettazione culturale, supervisione storiografica e coordinamento esecutivo sarà affidato al curatore del percorso archivistico pluriennale promosso dalla Fondazione Ruffilli, lo storico contemporaneista Prof. Domenico Guzzo (Università di Bologna), per cui si prevede un impegno complessivo di ore 250.

Per l’ideazione ed il coordinamento generale di progetto, si prevede un impegno del personale dipendente di ore 240.

L’intero lavoro potrà essere portato a termine entro dicembre 2024.

Numero operatori e relativi titoli di studio*

1) Allegra Paci

Titoli di studio: Laurea in Conservazione e gestione dei beni culturali - indirizzo Archivistico librario, Università di Macerata; diploma di Archivistica, paleografia e diplomatica. Principali corsi formativi: Applicativi IBC-xDams, xDams città per gli archivi, CEIAR, Arianna, SESAMO; seminari Archiviazione digitale nei processi di innovazione-UNIMC, Funzioni e applicazioni di metadati secondo MAG, METS, PREMIS-ICCU, Selezione documenti archivi di Enti pubblici – ANAI; corsi diversi catalogazione e digitalizzazione fotografie.

Responsabile settore archivi di “Ebla Soc. Coop.”, pluridecennale esperienza di coordinamento di interventi archivistici tra cui censimenti e inserimenti dati in SIUSA.

2) Fabrizio Monti

Titoli di studio: Diploma di Laurea vecchio ordinamento in Storia Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia, conseguito presso l'Università degli Studi di Bologna; Diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, Archivio di Stato di Modena.
Archivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena, di cui è anche membro del Comitato Scientifico.

Pluridecennale esperienza di interventi archivistici pubblici e privati, tra cui archivi di personalità politiche, movimenti politici e associazionismo ex combattentistico.
Opera con i principali applicativi, fra cui IBC-xDams, xDams città per gli archivi, Archimista, Arianna.

3) Domenico Guzzo

Titoli di studio: Laurea specialistica in Scienze Internazionali e Diplomatiche, Facoltà di Scienze politiche - Sede di Forlì, Università di Bologna; Dottorato franco-italiano in scienze storiche contemporanee, conseguito presso le Università di Grenoble e Siena; Abilitazione scientifica all’insegnamento presso le Università francesi.

Docente dell’Università di Bologna - Campus di Forlì (dove insegna discipline di storia contemporanea e metodologia della documentazione storico-sociale) e Direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena.
Specialista del Novecento italiano e delle vicende emiliano-romagnole, ha curato e supervisionato tutti i precedenti progetti archivistico-digitali della Fondazione Ruffilli.