Fondo W. Ronchi

Archivio Walter Ronchi

Soggetto conservatore

Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì

Tipologia

ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico

Condizione giuridica

Pubblico

Contatti
Corso della Repubblica 78
47121 Forlì (FORLI'-CESENA)
tel: 0543712619
(Unità Fondi antichi, Manoscritti e Piancastelli)
0543712623  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

FONDO DIGITALIZZATO

https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ead-str/IT-ER-IBC-AS01578-0000001

Soggetto produttore

Archivio Walter Ronchi

Estremi cronologici

31 luglio 1920 - 01 gennaio 2002

Tipologia

Persona

Profilo storico / Biografia

Walter Ronchi nasce a Meldola, in provincia di Forlì, il 31 luglio del 1920. Studente di medicina aderisce ai Gruppi universitari fascisti - GUF forlivesi. Quando il responsabile culturale dei GUF, Armando Ravaglioli, riesce a trovare le risorse per fondare nel dicembre 1939 “Via Consolare”, una solida rivista giovanile, Ronchi ne diviene fin dall’inizio uno dei più stretti collaboratori.
L’intuizione di Ravaglioli di varare una rivista capace di mettere in contatto il vasto mondo culturale giovanile italiano aveva bisogno di attrarre altre intelligenze al di fuori dell’ambito locale. Il primo ponte di “Via Consolare” oltre la regione sarà gettato in direzione di due giovani milanesi: Ezio Colombo e Paolo Grassi, che garantirono rispettivamente i rapporti con l’ambiente letterario e con i nuovi autori teatrali, fra cui Giorgio Strehler e un giovane critico d’arte, Giovanni Testori, che scoprirà poi, lungo l’esperienza forlivese, la sua vena drammaturgica. 

I collegamenti con la capitale furono assicurati grazie al giovane forlivese Diego Fabbri, da poco trasferitosi a Roma ed entrato in contatto con i maestri del teatro, della regia e della critica tra cui Ugo Betti, Orazio Costa e Silvio D’Amico. Nel frattempo venivano create altri rami di collaborazione con altre città. 
Nel 1940 i collaboratori di “Via Consolare” sono circa 30, di cui solo 8 romagnoli. La rivista svolgerà un ruolo di raccordo e segnalazione delle attività dei GUF in Italia, specialmente in ambito teatrale.

Nel marzo 1941 Armando Ravaglioli parte volontario assieme a Silimbani e Masotti, lasciando la redazione di “Via Consolare” in difficoltà. È in questi situazione che emerge Walter Ronchi, più giovane ed estraneo al richiamo alle armi, che aveva esordito prima ancora del varo di “Via Consolare” con collaborazioni in altre testate, fra cui “L’Eco del Cinema”, “Il Popolo di Romagna”, “Architrave” e sulla rubrica Palcoscenico del “Corriere Padano” di Ferrara, dove collaborava con l’amico Guido Aristarco. 
Ronchi diventa il nuovo perno della redazione della rivista, che intanto esce da dicembre 1941 con una nuova edizione trasformando il titolo in “Spettacolo – Via Consolare”, conservando le funzioni di orientamento dell’opinione nazionale in campo teatrale e cinematografico; Ronchi ha il compito di spogliare la corrispondenza, proporre l’impaginazione della rivista, attendere allo schedario delle spedizioni e a quello dei collaboratori. 
Col passare dei mesi e l’inasprirsi del conflitto su Ronchi si trasferiscono di fatto altre incombenze e responsabilità a cui si somma quella di redattore capo di una nuova rivista forlivese, “Pattuglia di punta”. Nata per volontà politica locale per dare voce nazionale a tematiche legate alla ‘Terra del Duce’, grazie a Walter Ronchi darà continuità a “Spettacolo”, entrata nel frattempo in crisi. 
Dal terzo numero, nella primavera del 1942, “Pattuglia” (non più “Pattuglia di punta”) riceve una crescente domanda di collaborazioni. Mentre Ravaglioli dal 30 maggio è in zona di operazioni in Grecia, Ronchi si dedica a tempo pieno alla redazione della rivista, rispondendo a ogni lettera e tenendo una propria rubrica, “Puntaspilli”, con lo pseudonimo “War”.
La corrispondenza conservata nell’archivio Ronchi testimonia il circuito da lui ampliato e comprende nomi noti quali Carlo De Roberto, direttore di “Signum” di Treviso, Giuseppe Santaniello, Dino del Bo e Antonio Marzotto della testata fiorentina “Rivoluzione”. Altri giovani stringono rapporti con Ronchi: da Gino Ghirotti di Padova a Garibaldo Marussi e Umberto Apollonio, a Luciano Serra, collaboratore a Bologna di “Architrave”, che segnalerà a Ronchi il giovanissimo Pier Paolo Pasolini (che però non riuscirà ad avviare la collaborazione con “Pattuglia”), a Marco Valsecchi, redattore raffinato di terza pagina del settimanale “Libro e Moschetto”, voce ufficiale dei GUF di Milano. Da Napoli Antonio Ghirelli, appassionato di teatro e di cinema, si farà tramite di un gruppo che non trova spazio per esprimersi sulle colonne del locale organo GUF, “IX Maggio”.
Il 6 marzo 1942 il GUF di Forlì esordisce con successo al Teatro Comunale con “Le ombre sul fiume”- uno spettacolo sperimentale giapponese Nō -, “Felice viaggio” di Thornton Wilder e “La Patente” di Pirandello, vedendo alla regia tre giovani forlivesi: Enrico Camporsi, Walter Vichi e lo stesso Walter Ronchi. 
Tra l’estate e l’autunno 1942, “Pattuglia” raccoglie energie sempre più vaste e aumenta la sua credibilità e influenza a livello nazionale. Ronchi cura con attenzione i rapporti epistolari, rispondendo a quasi tutte le lettere in arrivo e annotando a matita la data di risposta. 
La primavera 1943 segnerà l’inizio della fine dell’esperienza di “Pattuglia”, mentre “Spettacolo” si era già arenato a fine marzo. Il 13 luglio 1943 ne viene sciolta d’autorità la redazione, forse su esplicita richiesta di Mussolini, in un contesto di stretta politica sulle pubblicazioni dei GUF in tutta Italia, viste come troppo aperte alla cultura straniera e sempre meno in linea con il regime.
Dopo la caduta del fascismo anche i protagonisti delle riviste vivono un periodo di incertezza e spaesamento. Ronchi, vicino alla laurea in medicina - si laurea nel 1943 - è in servizio all’ospedale di Forlì dove rimarrà fino alla Liberazione di Forlì e alla fine della guerra, ponendo sigilli anche materiali alla sua esperienza. 
Infatti, dopo la soppressione delle riviste, Ronchi decise di occultare il suo archivio, che includeva le raccolte complete delle riviste (“Via Consolare”, “Spettacolo” e “Pattuglia”), una vasta collezione di foto di scena (riguardanti sia compagnie professionistiche che dilettantistiche), materiale relativo alla mostra “I Mestieri Artigiani nel Teatro di Firenze” e circa 3000 lettere autografe ricevute tra il 1941 e il 1942, di particolare interesse per gli esordi di personaggi di rilievo nel teatro italiano quali Giuseppe Patroni Griffi, Giorgio Strehler e Paolo Grassi.
Nel dopoguerra Ronchi continuò a lavorare nel campo della cultura e dell'editoria, ma la sua attività non raggiunse più il livello di notorietà dei suoi anni nei GUF. Tenterà di rilanciare un’esperienza editoriale creando le Edizioni Candido, che pubblicano disegni di Purificato, a cura di Renato Giani, e un foglio mensile, “Il Cittadino”, di cui usciranno due soli numeri, pur con qualificate collaborazioni quali quelle di Pasolini e Ezio Raimondi. Sostanzialmente la scelta di rimanere in provincia e di conseguire la specializzazione in medicina interromperà i rapporti costruiti con i giovani destinati ad assumere ruoli di rilievo nella cultura dell’Italia repubblicana. Si dedicherà alla professione medica, diventando primario nell’Ospedale Morgagni di Forlì e sarà consigliere comunale PRI per un breve periodo seguitando a coltivare l’amore per le letture e dedicandosi alla critica cinematografica sulla stampa locale.
Dopo la morte di Walter Ronchi, avvenuta il 1° gennaio 2002, il figlio Rocco e Giovanni Tassani iniziano la ricerca dell’archivio, destinato per volontà di Ronchi agli istituti culturali del Comune di Forlì. Nel settembre 2002 l'archivio viene rinvenuto in un baule chiuso a chiave e il 25 maggio è stato donato alla Biblioteca comunale Saffi.

Fonti:
Archivio Walter Ronchi
G. TASSANI, Il teatro dei Guf. I giovani sul palcoscenico durante gli anni di guerra, in “Nuova storia contemporanea”, n. 6, nov. - dic. 2002, p. 113-123
G. TASSANI, Una generazione in fermento. Arte e vita a fine Ventennio, Roma, Palombi, 2010

Tipologia del livello di descrizione

Fondo

Estremi cronologici

1935 - 1961

Metri lineari

5

Consistenza

buste 18, scatola 1

storia archivistica

Durante gli anni della seconda guerra mondiale il giovane Walter Ronchi, non essendo in età di arruolamento, rimane il principale responsabile nella redazione delle riviste edite a Forlì dai Giovani universitari fascisti. E' in questo ruolo che fra le mani di Walter Ronchi passano le principali decisioni e le carte prodotte e ricevute dall'organizzazione GUF di Forlì. Dopo la caduta del fascismo e la conseguente chiusura delle riviste, Ronchi avrà cura di conservarne l'archivio, a cui aggiungerà le carte da lui prodotte fino ai primissimi anni Cinquanta in altre esperienze editoriali e culturali di minore risonanza. Intrapresa, poi, la carriera di medico, Walter Ronchi decise di accantonare l'archivio prodotto da questa esperienza, fin quando i tempi non fossero maturi, a suo dire, per una lettura più politicamente distaccata dell'archivio stesso.
L'archivio rimase nascosto fino alla morte di Walter Ronchi, avvenuta il 1° gennaio 2002, quando il figlio Rocco e lo storico forlivese Giovanni Tassani, si misero alla ricerca dell’archivio, destinato per volontà di Walter Ronchi agli Istituti culturali del Comune di Forlì. Nel settembre 2002 l'archivio fu finalmente scoperto in un baule chiuso a chiave e il 25 maggio avvenne la donazione alla Biblioteca comunale Saffi di Forlì.
Nel 2004  Nina Maria Liverani portò a termine l'inventario sommario del fondo (si veda N. M. LIVERANI, Fondo Walter Ronchi (1920-2002) Inventario sommario, IBC Emilia-Romagna, 2004, consultabile presso la Biblioteca comunale Saffi di Forlì).
Nel 2017 la Cooperativa Macchine Celibi fu incaricata dal Comune di Forlì di descrivere il fondo Walter Ronchi all'interno del catalogo partecipato delle Biblioteche del Polo Romagnolo.
Il presente lavoro è stato funzionale al contestuale intervento di digitalizzazione di una parte delle carte. Nello specifico, in questa prima fase la digitalizzazione del fondo Walter Ronchi ha coinvolto integralmente la corrispondenza e i ciclostilati. Cosicchè l'intervento archivistico è stato limitato alla revisione e integrazione dell'inventario Liverani e al suo inserimento nella Piattaforma regionale per la descrizione archivistica per la pubblicazione nel portale Archivi ER.

ambiti e contenuto

L’archivio  è composto dalla documentazione prodotta e raccolta da Walter Ronchi nell'ambito della sua attività culturale e politica fra il 1939 e il 1951. 

L’archivio contiene in particolare un ricco epistolario con lettere e inediti di un’intera generazione di futuri commediografi, registi, critici, letterati, artisti, scenografi. Fra i nomi più importanti, ricordiamo Paolo Grassi, Giorgio Strehler, Diego Fabbri, Turi Vasile, Antonio Perrini, Gigi Ghirotti, Guido Aristarco, Enrico Fulchignoni, Cesare Zavattini, Italo Calvino, Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Maurizio Barendson, Gio Ponti, Ugo Blätter, Enzo Giudici, Vittorio Frosini, Rocco Scotellaro, Luigi Veronesi, Luigi Bartolini.
L'archivio conserva una serie di opere teatrali dattiloscritte e manoscritte inviate alla redazione delle riviste curate da Walter Ronchi e una voluminosa rassegna stampa raccolta da Walter Ronchi durante la sua attività culturale e politica distribuita nella serie "Articoli" e nella serie "Eco della stampa e scritti di Walter Ronchi".
Nella serie "Articoli", la sottoserie "Scritti di Walter Ronchi" è interamente formata da scritti di Ronchi, anche se troviamo altri articoli di Ronchi nei fascicoli che formano la sottoserie "Articoli a stampa su Walter Ronchi"; mentre nella serie "Eco della stampa e scritti di Walter Ronchi", gli articoli di Walter Ronchi sono presenti in tutti i fascicoli, mentre un fascicolo conserva solo degli scritti manoscritti e dattiloscritti di Walter Ronchi, fra cui alcuni mai pubblicati.
Il fondo conserva 3 fotografie all'interno della serie "Miscellanea". Dalla stessa serie il presente intervento ha fatto emergere documentazione di particolare interesse, come un nucleo di locandine a stampa inerente la programmazione teatrale dei GUF forlivesi e documenti inerente l'esperienza editoriale di Walter Ronchi nell'immediato dopoguerra nella "Candido Editore" e la realizzazione e distribuzione del volume "Disegni di Purificato".
Il fondo donato alla Biblioteca comprende anche una corposa collezione di pubblicazioni: nel presente inventario se ne da notizia per ragioni di completezza riportando le consistenze e le descrizioni curate da Nina Maria Liverani nel 2005.

criteri di ordinamento

Il presente lavoro, funzionale a un primo intervento di digitalizzazione del fondo, si è limitato a un intervento di revisione e di approfondimento descrittivo archivistico del lavoro di inventariazione sommaria di Nina Maria Liverani (2005).
Il progetto non ha, perciò, comportato un riordino fisico delle carte - la struttura archivistica che qui si presenta è virtuale - essendosi mantenute le collocazioni originarie. Per i criteri di ordinamento si rimanda alle singole serie e sottoserie.
In generale si sono mantenuti i titoli originali delle serie, sottoserie e unità archivistiche, riportati fra virgolette. Solo alle nuove sottoserie, e dove si è ritenuto necessario in presenza di titoli non sufficientemente significativi, sono state date nuove denominazioni.

Si sono individuate le seguenti serie:
- "Carteggio", 1939 - 1947
- "Ciclostilati", 1941 - 1942
- "Copioni ed altri manoscritti", 1921 - 1943
- "Articoli", 1935 - 1961
- Eco della stampa e scritti di Walter Ronchi, 1939 - 1951
- "Miscellanea di bozze, appunti di lavoro, carteggio inerenti Walter Ronchi", 1939 - 1947
- "Volumi e opuscoli", 1930 - 1953
- "Periodici", 1924 - 1981
Il presente progetto ha previsto la digitalizzazione integrale della serie "Carteggio" e della serie dei "Ciclostilati", effettuata a cura della Fondazione Alfredo Lewin di Forlì.

Stato di conservazione

Buono

informazioni redazionali

Inventario parziale a cura di
Fabrizio Monti (EBLA) con la collaborazione di Chiara Strocchi e Andrea Baby Farabegoli, 2024

digitalizzazioni a cura di
Fondazione Alfredo Lewin di Forlì

realizzati per
Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì

Intervento redazionale a cura di 
Regione Emilia-Romagna - Servizio Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2024